martedì 10 settembre 2013

Perchè chi odia lo Stato non dovrebbe insegnare

In questo post la redazione di Banfer Enemy metterà momentaneamente da parte toni ironici e paradossali tipici di questo blog, per trattare un argomento particolarmente delicato.

Dopo l'articolo di Repubblica di cui ormai si è parlato diffusamente, i fratelli sanremesi hanno accusato duramente il colpo. Ci sono stati diversi articoli carichi di livore sui vari blog dell' "Arcipelago Scie Chimiche", decine di prese di posizione, talvolta dure, al limite della denuncia. Ma di denunce non sembra ce ne siano state. Meglio così.


Sono comparse pagine Facebook a sostegno del Prof. Zret, e la cosa, francamente, non mi stupisce, per motivi che vedremo successivamente.

Qualcuno dice che Zret è un ottimo insegnante, qualcuno dice che è pericoloso per l'educazione dei ragazzi.
L'aspetto che però sembra essere sfuggito ai più è quello, più generale,  relativo alla natura del rapporto (di lavoro SUBORDINATO) tra il professore e il suo datore di lavoro (lo STATO ITALIANO).

Tutti conoscono a memoria gli articoli del codice civile che regolano i rapporti di lavoro subordinati, e sarebbe ozioso e ridondante parlarne o citarne i passaggi più significativi relativi ad obblighi di LEALTA' E FEDELTA. Pur essendo oltremodo noioso, sarebbe opportuno richiamare il "D.P.R. 16.04.2013 n° 62 (Codice comportamento dipendenti pubblici) nei passaggi che disciplinano aspetti di CONFLITTO DI INTERESSE e appartenenze ad organizzazioni i cui ambiti di interesse possano INTERFERIRE con i doveri d'ufficio.

Ma restiamo a principi generali. 

Il Professor Zret, come tutti i lavoratori dipendenti, è tenuto garantire al proprio datore di lavoro, LEALTA' e FEDELTA'.

Come si contempera questo obbligo con i comportamenti del Professore, con i suoi scritti, con le sue quotidiane esternazioni? Si badi bene, che in nessun caso possono essere messe in discussione le IDEE del Professor Zret. Egli ha diritto di pensare ed esprimere qualunque IDEA, anche la più inverosimile.
Ma il Professore, in stretta collaborazione con il suo congiunto Straker, non esprime solo idee: formula PRECISE e CIRCOSTANZIATE ACCUSE. E lo fa pubblicamente.

Le ACCUSE sono innanzitutto a carico dello STATO (datore di lavoro del Professore). STATO che viene accusato QUOTIDIANAMENTE di essere eterodiretto da una cricca criminale trasnazionale, accusato di GENOCIDIO, di perpetrare attività clandestine finalizzate allo sterminio di massa. Stato accusato di ALTO TRADIMENTO, nel perseguire interessi economico militari di imprese multinazionali e potenze straniere. Stato accusato di inscenare falsi attentati, depistaggi, persecuzioni di attivisti e financo omicidi. 

Di fronte alla gravità di tali accuse, lo stimato professore, che sostiene di essere in possesso di PROVE DEFINITIVE su tali argomenti, che fa? Fulgido esempio di senso civico e faro di moralità, tiene per sé le accuse, anzi, scrive dei prolissi e pomposi post su improbabili blog. Promuove indirettamente l'illegale raccolta fondi del fratello disoccupato per fonteggiare le spese derivanti dalle querele per diffamazione nel tempo accumulatesi.

Giusto per limitarsi ai fatti degli ultimi mesi, e per fare un esempio,  il Professore si guarda bene dall'approfondire lo stato di salute dei Carabinieri gravemente feriti, o magari di indagare, nel paese di residenza, sul passato dell'attentatore. No. Egli, basandosi su "indagini" compiute dal discusso fratello, operate su FRAME TELEVISIVI e suole di scarpe,  arriva alla conclusione che LO STATO ITALIANO (suo datore di lavoro) ha inscenato questo attentato per facilitare il voto di fiducia al Governo Letta. 
Delle due l'una. O i due sono in palese MALAFEDE (non vogliono approfondire perchè sanno perfettamente di essere in torto), oppure i due hanno una visone, una concezione dello Stato che è quantomeno in contrasto con con l'esserne dipendente stipendiato.

Premesso che, a titolo personale, non affiderei nemmeno l'EDUCAZIONE (si EDUCAZIONE, caro Professore e cari suoi fan, EDUCAZIONE, non suggestioni o nozionismo) del mio adorato gatto al Professore in oggetto, mi siano consentite alcune domande dirette:


"COME SI CONTEMPERA, PROFESSORE, L'OBBLIGO DI  FEDELTA' E LEALTA' AL DATORE DI LAVORO (LO STATO) CON LE ACCUSE CHE LEI REITERATAMENTE RIVOLGE ALLO STESSO?" 

"PERCHE' SE RITIENE DI AVERE PROVE INOPPUGNABILI SUL FALSO ATTENTATO DI ROMA COME DI ALTRI EVENTI CRIMINOSI,  NON SI E' RIVOLTO ALLA MAGISTRATURA?"

"RITIENE MORALMENTE SOSTENIBILE RICEVERE LO STIPENDIO DALLO STATO ITALIANO?"

Non mi stupisce il fatto, infine, che gli sia stata tributata della solidarietà. Zret può paradossalmente apparire come un ottimo insegnante. Forse le sue chiavi di lettura della storia e della contemporaneità possono apparire intriganti, suggestive, financo appaganti. Non faccio fatica a credere che, nel nostro disgraziato Paese, un giovane possa sentirsi "illuminato" da una visione complottista della realtà. Del resto, questa, gli semplificherà non poco l'analisi del quotidiano e gli fornirà un formidabile alibi per la disillusione. la rassegnazione e il nichilismo. E la chiamano Educazione?

Mi siano perdonate le deroghe alla netiquette (maiuscole).

Cosa dice la legge. (Grassetti miei). 

 Art. 3 
 
 
                          Principi generali 
 
  1. Il dipendente osserva la Costituzione, servendo la  Nazione  con
disciplina ed onore e conformando la propria condotta ai principi  di
buon  andamento  e  imparzialita'  dell'azione   amministrativa.   Il
dipendente  svolge  i  propri  compiti  nel  rispetto  della   legge,
perseguendo l'interesse pubblico senza abusare della posizione o  dei
poteri di cui e' titolare. 
  2. Il  dipendente  rispetta  altresi'  i  principi  di  integrita',
correttezza, buona fede, proporzionalita', obiettivita', trasparenza,
equita' e ragionevolezza e agisce  in  posizione  di  indipendenza  e
imparzialita', astenendosi in caso di conflitto di interessi. (...)

Art. 5 
 
 
           Partecipazione ad associazioni e organizzazioni 
 
  1.  Nel  rispetto  della  disciplina   vigente   del   diritto   di
associazione, il dipendente comunica tempestivamente al  responsabile
dell'ufficio di appartenenza la propria adesione  o  appartenenza  ad
associazioni od organizzazioni,  a  prescindere  dal  loro  carattere
riservato o meno, i cui ambiti di interessi possano  interferire  con
lo svolgimento dell'attivita' dell'ufficio. Il presente comma non  si
applica all'adesione a partiti politici o a sindacati.
(...)
2. Il dipendente si  astiene  dal  prendere  decisioni  o  svolgere
attivita' inerenti alle sue  mansioni  in  situazioni  di  conflitto,
anche potenziale, di interessi con interessi personali, del  coniuge,
di conviventi, di parenti, di  affini  entro  il  secondo  grado.  Il
conflitto puo' riguardare interessi di qualsiasi  natura,  (...)
     Art. 10 
 
 
                 Comportamento nei rapporti privati 
 
  1. Nei rapporti privati, comprese le relazioni extralavorative  con
pubblici ufficiali nell'esercizio delle loro funzioni, il  dipendente
non   sfrutta,   ne'    menziona    la    posizione    che    ricopre
nell'amministrazione per ottenere utilita' che non gli spettino e non
assume nessun altro  comportamento  che  possa  nuocere  all'immagine
dell'amministrazione.

Meglio se ci fermiamo qui...
BigRedCat Redivivo.